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Sorgono è un importante centro di documentata storia giudicale, antico capoluogo di Curatoria, ubicato sugli scenari privilegiati rappresentati dalle dolci colline del Mandrolisai, caratteristico paessaggio di verdi vitigni e campi coltivati, pitturati dalla natura proprio alle pendici delle grandi montagne della Sardegna che si innalzano sul panorama a oriente, verso i picchi maestosi del Gennargentu, ben visibili durante il corso degli inverni miti e le calde primavere colorate.

In virtù della posizione incastonata nell’ombelico dell’Isola, contraddistinta da fitti boschi di rigogliose sughere, maestose querce, possenti lecci, corbezzoli, castagni, e una variegata tipologia di macchia mediterranea, il Comune di Sorgono è stato insignito del riconoscimento ufficiale di “punto ideale della Sardegna” da parte dell’Istituto Geografico Militare, con un cippo celebrativo che ha decretato in tal modo il simbolo di centro rappresentativo dell’Isola..
Sorgono, oltre a essere sede centrale della Comunità Montana, del Corpo Forestale provinciale, è uno snodo strategico che ospita i servizi maggiori del comprensorio rappresentato dai comuni di Atzara, Meana Sardo, Ortueri, Austis, uniti ai paesi posti nell’area compresa fra le pendici più prossime a questa parte della Barbagia, di cui fanno parte i centri di Teti, Tonara, Desulo, Belvì, Aritzo.
Spiccano fra i principali, gli istituti scolastici superiori Agrario e Liceo Scientifico, il Tribunale, il distaccamento provinciale dei Vigili del Fuoco, l’eliporto, gli uffici di collocamento, le sedi di Laore, Inps, nonché dell’importantissimo Ospedale San Camillo a capo dell’intero polo sanitario Asl, fondamentali per la gestione del territorio la cui particolare conformazioni geografica rende la viabilità locale decentrata rispetto alle grandi vie di comunicazione.

La storia di questo popolo fiero, assai radicato alle tradizioni ma aperto ai contatti esterni, è stata segnata in maniera eccezionale dal territorio a forte vocazione viticola, nonché dall’inaugurazione della tratta Ferroviaria regionale che condusse i binari a scartamento ridotto fino al capolinea tuttora esistente, a partire dal lontano 1888, fatto straordinario che decretò l’apertura del territorio verso la pianura e il mondo, in un’epoca di profondo isolamento rurale con pochi contatti commerciali e ridotte possibilità di scambi.

640px-Sea_and_SardiniaD.H Lawrence, diede alle stampe straniere il suo lavoro “Sea and Sardinia” frutto di una favolosa esperienza dell’anno precedente, durata una settimana nel freddo Gennaio della Barbagia, accompagnato dalla moglie, proprio a bordo di quei treni sbuffanti fra le montagne della Sardegna, per la prima volta il nome di Sorgono fece la comparsa ufficiale fuori dai confini regionali, assurgendo all’’immaginario collettivo come luogo ameno e affascinante, ostico ma ospitale, accrescendone così la fama singolare, cui pure la storia contemporanea pare adombrare con un certo trasporto.
Ma siamo quasi arrivati, guarda, guarda là davanti, Sorgono, meravigliosamente appollaiata sui pendii boscosi. Oh, magica piccola città. Tu, capolinea e ganglio delle strade interne, fidiamo in te per una piacevole locanda e un’allegra compagnia.”

Ancor oggi, quando la vecchia locomotiva a vapore annuncia il suo arrivo con l’inconfondibile fischio e il pennacchio di fumo verso il cielo, la nostalgia per qualcosa di talmente grande che cambiò il destino di tante persone, giunge lieto come la visita dei turisti curiosi di scoprire le bellezze dei luoghi.

La vite fin dai tempi remoti è stata la storia elettiva di generazioni di famiglie impegnate nella produzione del vino, nonché il tratto ambientale designato per le vallate che discendono armoniose modellandosi in dolci crinali vitati intorno al santuario campestre di San Mauro, la cui fiera campionaria fra le mura antiche e l’ospitalità dei bassi “Muristenes”, fu cantata da poeti, scritta da romanzieri, ricordata nei canti popolari dai pellegrini provenienti da ogni parte dell’isola.
Non meno significativa per la storia locale, fu l’inaugurazione – nel 1950 – della Cantina sociale del Mandrolisai, all’epoca fra le poche strutture del suo genere organizzate in maniera industriale, la quale organizzandosi in cooperativa per il conferimento massiccio delle grandi quantità di prodotto disponibile nel territorio, incentivò un incremento notevole della produzione, battezzando di fatto la denominazione tipica appartenente ai vitigni “ufficiali”, Cannonau, Bovale Sardo, monica.
I rossi intensi del vino dai profumi delicati, dal sapore deciso, che l’intera Sardegna apprezza in virtù delle qualità particolari, ha contribuito in maniera notevole alla qualificazione del territorio, unanimemente riconosciuto per essere terra di “vino buono”.
CARLO wine 9La vite ha generato i luoghi, non viceversa, si potrebbe arguire osservando dalle alture, lo stuolo di pezzamenti quadrangolari dall’inconfondibile colore dei pampini, coi lunghi filari ordinati esposti ai raggi benevoli del sole, i cui grappoli ben accuditi dalle sapienti mani dei vignaioli durante i mesi di maturazione del frutto prezioso, crescono fino a lambire i solchi di fertile terreno argilloso, custode dell’humus prezioso alla vita.
Ogni anno, nel mese di Ottobre “Santu Miale”, in concomitanza con il periodo concitato delle vendemmie e l’appuntamento delle Cortes Apertas, la Pro Loco mette in scena “Sa innenna”, autentica rivisitazione dell’antica pratica della vendemmia coi buoi, il carro di legno, gli abiti tradizionali, gli stumenti artigianali, i recipienti di sughero, celebrando in tal modo il profondo legame sociale che unisce la popolazione a un evento unico, dal tipico sapore bucolico.
Proprio l’autunno è di fatto la stagione elettiva di questo centro alla continua riscoperta del vecchio utile al nuovo, che ripropone le tradizioni popolari alle nuove generazioni, immancabilmente condizionate dalle attrazioni fin troppo virtuali.
Attraverso la cultura storica, la conoscenza didattica, l’insegnamento pratico, si intende offrire una chiave di interpretazione capace di schiudere nuovi ambienti di formazione.
L’attualità dei tempi, la modernizzazione dei processi, la specializzazione della tecnica, hanno modificato i sistemi produttivi lasciando intatte le caratteristiche dell’intero comparto, migliorando sensibilmente la vocazione, cui un positivo ritorno alla viticoltura quale vero e proprio mestiere individuale, ha creato la necessità di confrontarsi con altre realtà sull’isola, proponendo occasione per scambiare esperienze e capacità, attraverso una vetrina ideale per riunire competenze artigianali a strategie commerciali mirate, con l’ideale di un futuro radioso ben impresso nei pensieri.
“Po sighire” diremmo in limba.

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